Durante la precedente visita agli alpeggi della Valle del Basso (Link), era "rimasto indietro" un ultimo alpeggio, Corte al Sasso (sarebbe più corretto dire la dorsale di Corte al Sasso perchè, come per le dirimpettaie baite di al Saldè, le costruzioni di questa zona sono in gran parte sparse a varie quote sulle ripidi dorsali).
Era anche l'occasione per ritornare sulla bella e panoramica dorsale soprastante che dalla sommità della Porcella scende variegata verso est passando dal Monte Bassetta e l'Alpe Cima, e poi dalla lunga Costa di Fracchia, un giro ad anello con partenza da Malesco.
Con Fiorenzo partiamo dallo spiazzo presso la cascata "i Camini" del Torrente Loana, ci si arriva dalla SS337 poco dopo il bivio per Zornasco, seguendo sulla destra Via alla Cascata... in estate il luogo è certamente affollato, ma fuori stagione è quasi deserto durante la settimana.
Saliamo (cartelli indicatori) raggiungendo la sterrata che verso destra (ovest), traversa verso S. Maria Maggiore e Druogno, verso sinistra si va al ponte sul Torrente Loana (qui ci si può arrivare anche dal centro di Malesco a piedi seguendo Via dei Monti), presso il ponte si sale la dorsalina che raggiunge la mulattiera (sentiero M10) che entra nella valle, questo accesso alla Valle del Basso era certamente il più importante ai tempi, sulle vecchie mappe è nominata Strada del Basso...
Sempre piacevole questo percorso, che lungo la bella mulattiera che passa dalla Cappella di S. Antonio 957 m. (fontana), supera su un ponte il Rio Galèria, sale alla bella Cappelletta purtroppo deturpata dai graffiti e raggiunge in poco più di un ora l'ingresso della Valle del Basso; il sentiero (rispetto a come si presentava diversi anni fa), è ben tenuto e certamente consigliabile, così si può anche entrare in Val Loana e Valle del Basso evitando la strada asfaltata...
Saliamo lungo la stradina che porta alla zona dell'Alpe Basso e superato il gruppo di baite col caratteristico "masso nel recinto" si sale sulla destra alla baita di foto 31 alle spalle della quale, sale poggiando sulla destra (est), il ripido sentiero recentemente ripristinato che porta alla soprastante dorsale dell'Alpe al Sasso.
Il toponimo dovrebbe riferirsi alla caratteristica roccia che si vede sul versante, in alto, guardando dal basso, sopra la quale si trova il primo rudere che il sentiero però non raggiunge, il percorso arriva invece alla dorsale presso un altro rudere azzerato, qui si trova un tratto "costruito" che con bel percorso panoramico porta ai ripidi prati superiori dove, poggiando sulla destra si raggiunge il primo gruppo di costruzioni a poco più di 1400 m. che comprende una baita riattata con l'usuale albero a fianco che (in questo caso, poco usuale...), è una betulla (fino a qui dalla partenza, poco più di due ore); la baita è protetta a monte da un bel paravalanghe a cuneo (cosa in verità poco frequente in questa zona nonostante i ripidi pendii dove le slavine potrebbero essere pericolose, probabilmente facevano affidamento più che altro ai boschi soprastanti, un paravalanghe simile è presente verso la testata della valle all'Alpe ai Fornali, visitata scendendo dalla soprastante Alpe Garbalina : Link).
Si continua la salita passando dai ruderi intermedi e poi si arriva all'ultima baita ancora in buone condizioni posta a valle del bosco soprastante, si prosegue sulla sinistra poco più in basso della faggeta dove una traccia (che si nota guardando dall'alto o dalla costa di ai Saldè), traversa in salita raggiungendo la zona dell'Alpe ai Funtan 1633 m. già raggiunta durante la precedente visita; saliamo passando dalla piccola "barriera" di alberi
paravalanghe e raggiungiamo le due baite dell'Alpe Porcella a circa 1700 m. continuiamo verso nord-ovest seguendo la poco evidente traccia che passa dai ruderi superiori e raggiunge il tratto iniziale della bella Costa Scarone che sale verso ovest al Pizzo Ragno, proseguiamo invece in direzione opposta salendo a la Porcella 1829 m. fino a qui dalla partenza, circa 4 ore.
La limpida giornata permette di ammirare il bel panorama circostante, verso nord il sottostante Monte Bassetta che saliremo in seguito dopo il traverso dalla Cappella di Larecchio (si potrebbe naturalmente anche raggiungerlo direttamente scendendo il versante tra la fitta vegetazione, in particolare i rododendri, dove probabilmente si può trovare qualche traccia di animali, questo tratto lo avevo seguito in senso contrario, con la neve, durante una precedente visita : Link).
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Procediamo lungo la dorsale posta ad est della Porcella seguendo tracce di sentiero di animali su terreno vario, con tratti in parte rocciosi e vegetazione a volte invadente, in basso sulla destra si vede la dorsale dell'Alpe nell'Oro risalita durante il giro precedente, di fronte il prato dell'Alpe Cortino, in seguito bisogna seguire la poco evidente traccia che aiuta a districarsi nella vegetazione più fitta, e infine si scende alla Cappella di Larecchio 1694 m. dove si ritrova il sentiero segnalato (M08) che traversa verso nord la parte alta del piccolo fornale della valletta del Rio Galèria (Rivo della Galera sulla Rabbini), traversiamo fino a superare il piccolo rio e subito dopo lasciamo il sentiero per salire con percorso libero il versante (ripido in alto), dove in seguito troviamo una traccia che conduce alla selletta superiore dove, poggiando sulla destra (sud) si sale al Monte Bassetta 1672 m. prima della erbosa sommità, si passa da una zona di roccette dove si riconoscono i resti di quella che era probabilmente una vecchia Croce di legno. Dalla Porcella al Bassetta per la Cappella di Larecchio, poco più di 1 ora.
Dal Monte Bassetta scendiamo verso est lungo la dorsale chiamata Costa della Cima, e passando prima da un rudere azzerato a circa 1540 m. si scende all'Alpe Cima 1507 m. posta in bella posizione sulla dorsale (qui arriva il sentiero M08 dalla Cappella di Larecchio), salutati gli asinelli presenti proseguiamo la discesa raggiungendo a 1477 m. la Cappelletta da dove si può scendere sulla sinistra (nord) la mulattiera verso Santa Maria Maggiore che ai tempi era un percorso "importante" per l'accesso a questa zona; continuiamo invece lungo la dorsale che sale al Piodone 1514 m. (il toponimo lo si comprende guardando questa sommità della dorsale, in particolare da est, e si nota la verticale parete rocciosa che lo sostiene), con percorso interessante si scende poi su terreno ripido tra rocce e vegetazione, che se asciutto non presenta problemi, sono anche presenti numerosi segni di vernice che aiutano il procedere che è piuttosto
tortuoso, dovendo cercare i punti migliori dove passare (in inverno ero salito stando sul fianco nord, ma il terreno non era certo più agevole...).
Si
arriva così al Piede del Piodone dove inizia la lunga e boscosa Costa di Fracchia, qui lasciamo anche il territorio del Comune di Buttogno (territorio che comprendeva anche tutto il versante sinistro orografico della Valle del Basso), ed entriamo nella porzione di territorio di pertinenza del Comune di Vocogno che appunto possedeva una fascia di terreno tra i possedimenti di Buttogno, Zornasco e S. Maria Maggiore, infatti scendendo lungo la Costa di Fracchia troviamo ben tre cippi confinali con le iniziali dei Comuni proprietari (V per Vocogno e SMG per Santa Maria Maggiore), naturalmente oggi i Comuni di Buttogno, Vocogno e Zornasco non esistono più essendo stati inglobati come frazioni nei Comuni di S. M. Maggiore e Craveggia.
Si scende lungamente nel bosco raggiungendo l'Alpe Bugella 1206 m. con una baita riattata e la "nuova" Cappelletta, dopo un tratto ancora sul sentiero M08a (che poi scende a nord verso la piana della località Siberia presso S. M. Maggiore), lasciamo il percorso
segnalato per scendere con percorso libera lungo la dorsale, passando da diversi ruderi (dovremmo averli visti tutti quelli presenti...), poi più in basso incrociamo un percorso segnalato da vernice arancione che porta alla mulattiera trovata all'inizio di questo giro. Dalla cima del Bassetta a qui, circa 2 ore.
Per questo giro, circa 7 ore.immagini ↑→