- In Alta Valgrande : da Trontano alla Colma di Basagrana e alla Cola d'Aveu; discesa in Valrossa per l'Ör tès, Alpe Aveu, Alpe Burchi, Rio Basagrana, Basagrana vegia, Costa del Mottac, Alpe Mottac...
Ritorno in Valrossa (dopo parecchio tempo...) alla ricerca di quella che probabilmente è "l'ultima" Alpe che rimaneva da visitare in Valgrande... (naturalmente non è detto che ce non ne siano altre di cui non si ha notizia anzi, si spera sempre di scoprire qualcosa di nuovo da cercare così da rinnovare l'interesse e stimolare ulteriori "uscite" verso questo piccolo ma nel contempo grande territorio del Parco della Valgrande...
panorama dalla Cola d'Aveu...
La Basagrana vegia (o Grana vegia come era più familiarmente chiamata ai tempi) era uno degli alpeggi dell'alta Valrossa, assieme a Basagrana e Aveu, caricati dalla famiglia Jossi che saliva da Trontano ai 2000 metri del valico da dove ci affaccia sulla Valrossa; come spessa accadeva gli alpeggi erano caricati in sequenza a seconda della stagione e della quota, un solo alpeggio certamente non bastava per sostenere gli animali, specialmente nel caso in cui si portavano i bovini che avevano esigenze ben maggiori rispetto alle capre e alle pecore.
Grazie a Daniele Barbaglia (che ha avuto il merito e la fortuna di avere incontrato in passato alcuni degli ultimi alpigiani), e che ha raccolto la testimonianza di Giuseppe Jossi, si viene a sapere dell'esistenza di questo piccolo e remoto alpetto riservato alle capre, che come al solito venivano indirizzate verso terreni più impervi e "magri" rispetto ai relativamente comodi prati riservati ai bovini.
scendendo in Valrossa sulla costa dell'Ör tès...
(Una piccolo riflessione che forse può risultare un pò pedante e polemica, sulla foto soprastante si vede legato allo zaino di Cristina uno di quei palloncini di plastica usati a esempio per le feste di compleanno dei bambini (aveva la scritta Happy Birthday..), non è che ce lo siamo portati da casa, ma lo abbiamo trovato lungo il percorso...
Vedo che spesso c'è questa consuetudine di lasciar volare in aria questi palloncini proprio in occasioni dove sono presenti bambini (eventi anche organizzati dalle Parrocchie), in passato ne ho ritrovati diversi provenienti anche da molto lontano; sarebbe auspicabile che chi organizza queste cose facesse una piccola riflessione su che genere di insegnamento si sta dando ai bambini riguardo al rispetto della natura in generale, e in particolare al danno che può fare la plastica ingerita da qualche animale...).
Con Cristina, Daniele e Sergio saliamo da Trontano in Val Vigezzo seguendo il noto e frequentato sentiero per la Colma di Basagrana, ammirando i suggestivi colori autunnali che risultano più vividi man mano che si sale verso la Costa dei Bagnoli e oltre...
Arriviamo alla Colma di Basagrana dove lo sguardo viene attratto dalle valli e dalle creste della Valgrande, e ritornano alla mente le numerose e interessanti escursioni fatte in passato... una breve pausa e proseguiamo brevemente verso la Cola d'Aveu da dove scendeva il sentiero per l'alpe omonima (percorso che ho seguito tornando in zona dopo una decina di giorni, vedi : questa pagina), in questa occasione scendiamo invece lungo la dorsalina dell'Ör tès con percorso libero senza particolari difficoltà.
vista sul versante dell'Alpe Basagrana......
Durante la discesa si poteva osservare il versante nord-est della costa del Mottac dove una piuttosto fitta vegetazione ricopre le innumerevoli dorsaline e i canalini che sono una caratteristica di questo ripido versante, l'obiettivo di questo giro si trova su una di queste dorsali... scendendo incrociamo il vecchio sentiero in parte ancora ben visibile che traversa il versante verso l'Alpe Basagrana (sentiero percorso durante la successiva visita, vedi sempre il link : Alta Valrossa).
in Valrossa...
Continuando la discesa si entra nel bosco e poco più in alto rispetto alla quota di Aveu traversiamo sulla sinistra (est) trovando poi la traccia che in breve conduce poco a monte dell'Alpe Aveu (dove personalmente, non tornavo da qualche decennio...), naturalmente col trascorrere del tempo alcune cose sono cambiate, come il tetto della stalla che è crollato, ma ci sono anche cose rimaste praticamente inalterate rispetto agli ormai vaghi ricordi, come la bella vasca di legno che sembra non accusare il trascorrere del tempo...
all'Alpe Aveu...
Intanto Daniele (come sua consuetudine...) e Sergio provano a sistemare le piode del tetto della casera prima che il danno diventi irrimediabile, cercando così di ritardare almeno di qualche anno l'inevitabile destino che attende queste remote costruzioni che tanta fatica sono costate agli alpigiani di un tempo... Riprendiamo la discesa prima sulla sinistra per poi ritornare sulla destra verso il colmo della dorsale entrando cosi nella bella faggeta che in breve porta al pianoro dell'Alpe Burchi le cui baite, rispetto ai ricordi e alle immagini risalenti al 2002 ( : Link ), appaiono quasi inalterate; di fronte si vede il versante da raggiungere e risalire, versante che visto da qui appare ancora più impervio rispetto a quello che si poteva osservare più in alto durante la discesa...
Alpe Burchi...
Dalle baite di Burchi traversiamo verso il Rio Basagrana, vicino al canale il percorso diventa piuttosto "intricato" a causa della fitta vegetazione arborea, cerchiamo il punto migliore per scendere e raggiungiamo il rio a circa 1345 m. qui siamo nel tipico ambiente cupo e apparentemente "ostile" di questi canali che il sole stenta a raggiungere; cercando un "punto debole" in modo da poter risalire il versante opposto saliamo per un tratto verso monte lungo il canale, trovando come capita sovente le tracce degli animali che, dopo una ripida e scivolosa salita iniziale, traversano raggiungendo una zona pianeggiante dove la traccia scompare.
oltre il Rio Basagrana, salendo il ripido versante della Costa del Mottac...
Traversiamo ancora per un tratto verso sinistra (sud-est) raggiungendo la costa successiva che saliamo con percorso libero su terreno a tratti piuttosto ripido dove troviamo anche vaghe e brevi tracce di passaggio; in una zona dove sono presenti alcuni abeti bianchi si incontra una giavina intorno ai 1450 m. qui troviamo il basamento (sedime) di una piccola costruzione che appare piuttosto "datata" e questo naturalmente fa ben sperare...
vista verso l'Alpe Burchi e il bosco che sale alla costa dell'Ör tès...
Continuiamo la salita con alcune divagazioni sulla destra e anche sulla sinistra cercando qualche indizio che possa portare alla Grana vegia ma senza esito, e ormai siamo saliti circa 200 metri dal piccolo rudere che avevamo visto... e a queste quote il terreno non sembra più adatto per la costruzione di un alpeggio, a questo punto guardando anche la carta IGM rimane solo la costa più a sinistra (sud-est) dove cercare, e sulla carta si nota che più in basso le curve di livello sono leggermente più larghe.
in Valgrande, i ruderi della Grana vegia...
Raggiunta la costa (guardando il versante lungo la discesa sull'Ör tès, è quella più "larga"...) e scendendo circa 200 metri raggiungo un piccolo falsopiano a circa 1450 m. ( : gpx ) dove finalmente trovo i miseri ruderi dell'Alpe Basagrana vegia, piccola cosa rispetto ai tanti alpeggi visitati in precedenza in Valgrande, ma nel contempo si tratta di un'alpe "importante" anche solo per il fatto che probabilmente è l'ultima che rimaneva da vedere in Valgrande...
(Col senno di poi, una volta raggiunto il basamento della costruzione menzionata in precedenza durante la salita, per arrivare alla Grana vegia bastava traversare sulla sinistra, e probabilmente in un quarto d'ora si poteva arrivare qui...).
Il percorso che seguivano ai tempi per raggiungere questo remoto alpetto, certamente non era quelllo seguito in questa occasione, ma molto probabilmente traversavano dall'Alpe Basagrana lungo il versante delle Costa del Mottac, un terreno che attualmente si presenta molto scomodo e disagevole per la presenza della invasiva vegetazione...
vista dalla costa del Mottac : in alto il Togano, a sinistra la costa dell'Ör tès...
Una breve pausa e risalgo direttamente il versante che porta alla costa del Mottac, inizialmente il percorso pur faticoso per la sua ripidità (e per la stanchezza ormai accumulata...), non presenta difficoltà, poi più in alto raggiunto il livello del bosco di conifere il terreno si fa più intricato e scomodo per la presenza di arbusti e bassa vegetazione, continuo con qualche divagazione sui fianchi nella speranza di trovare terreno migliore, e alla fine si sbuca sulla Costa del Mottac mentre il sole si avvia verso l'ora del tramonto in questa bella giornata di ottobre regalando alcune suggestive immagini dei versanti ancora illuminati...
vista dalla costa del Mottac : Costa dei Riazzoli, Val Portaiola, Pedum...
(Dopo il pernottamento al panoramico (e affollato) Bivacco del Mottac, il giro è poi proseguito il giorno successivo : Link).