in Valgrande
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Una visita in alta Valrossa...

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 - Trontano, Colma di Basagrana, Cola d'Aveu, Alpe Aveu, Alpe Basagrana...

 Ritorno in alta Valrossa per rivedere alcuni luoghi (come l'Alpe Basagrana) dove ero stato solo una volta ormai alcuni decenni fa, e come sempre accade si trovano sempre cose nuove e interessanti che erano "sfuggite" ai tempi... in una bella giornata autunnale poco prima del previsto peggioramento meteorologico, anche per ammirare i sempre suggestivi colori autunnali di queste zone.
le interessanti incisioni lungo il vecchio sentiero per l'Alpe Basagrana...
le interessanti incisioni lungo il vecchio sentiero per l'Alpe Basagrana...
  (Avvertenze...)

 Partenza "notturna" per raggiungere la frequentata Colma di Basagrana, uno degli ingressi "alti" della Valgrande; dopo la metà di ottobre il sole sorge ormai un po' tardi, e inizia a farsi vedere intorno alle otto proprio nel momento in cui arrivo sulla Colma di Basagrana 2070 m. illuminando prima la Testa di Menta e il Tignolino, e un poco più tardi anche il Togano.
alba alla Colma di Basagrana...
alba alla Colma di Basagrana...
 Traverso in direzione del Togano alla selletta della Cola d'Aveu da dove scendeva il sentiero verso l'alpe omonima, sentiero che sulle vecchie foto aeree del 1956 risulta ben visibile (a conferma che in quel periodo gli alpeggi erano ancora utilizzati), lo si può vedere chiaramente su questa immagine : Link.

 Scendendo il versante con percorso libero tra l'erba rigogliosa naturalmente il vecchio sentiero non è più visibile, anche se a tratti pare di intuire qualche tornante, più in basso nella zona al limite tra il sole e l'ombra si vedevano alcuni giovani camosci che si sono tenuti a debita distanza; scendo spostandomi gradualmente sulla destra (ovest) mentre si nota in direzione opposta una caratteristica peculiare dell'alta Valrossa, la liscia roccia dei canali presenti dove l'acqua scivola a valle, in questo caso il canale del Rio Aveto (la mappa catastale riporta Areto, ma è chiaramente un refuso...).
in Valrossa...
in Valrossa...
 Cerco di seguire il percorso del vecchio sentiero traversando, a tratti poco comodamente, il ripido versante tra radi alberi e cespugli fino a raggiungere il bosco dove ritrovo la traccia che in breve, nella bella faggeta illuminata dal sole, porta all'Alpe Aveu 1624 m. (Aveto sulla mappa Rabbini); ritornando dopo molto tempo noto che il tetto della stalla è crollato (qualche decennio fa era ancora in discrete condizioni, ma già si notava l'inizio del degrado (vedi la foto 29), mentre nella casera il tempo pare essersi fermato... si vedono ancora gli "attrezzi" per la lavorazione del latte ma in particolare fa veramente piacere rivedere la bella vasca di legno che si è conservata in ottime condizioni... a fianco, attaccata alla casera si trova il casottino dove si tenvano i formaggi (casottino costruito dall'Umin...).

 L'alpe fu utilizzato fino al 1956 (proprio l'anno delle foto aerea menzionata alll'inizio), e l'ultimo alpigiano fu Fortunato Agnesa (chiamato l'Umin...) che conduceva qui una quarantina di capre e 20/30 mucche.
la bella vasca di legno all'Alpe Aveu...
la bella vasca di legno all'Alpe Aveu...
 Dall'Alpe Aveu si può scendere all'Alpe Burchi, ma non ho il tempo di farlo in questa occasione volendo tornare prima di sera... allora dalle baite traverso in salita verso ovest (traccia) per poi risalire direttamente la la dorsale dell'Ör tès che più in alto, uscendo dal bosco, diventa piuttosto panoramica, verso est si vede la Costa Torriggia (che sempre molto tempo fa avevo raggiunto salendo direttamente dall'Alpe Valle Rossa, e poi continuando lungo la costa avevo proseguito verso la cima del Togano), verso ovest si vedono i bei versanti che salgono alla Testa di Menta e alla costa che prosegue verso il Mottac, e la zona dell'Alpe Basagrana dove sono diretto.
teleobiettivo sull'Alpe Basagrana...
teleobiettivo sull'Alpe Basagrana...
 Continuo sulla ripida costa erbosa dell'Ör tès fino a incrociare a circa 1775 m. il vecchio sentiero che traversava tutto questo versante, ora inerbito ma in gran parte sempre visibile; percorro questo sentiero per la prima volta, si trova inizialmente anche un breve tratto "costruito" e in seguito si arriva a traversare un canale laterale, il tratto iniziale del Rio Basagrana (che più in basso viene poi raggiunto dal Rio Tignolino), poi si traversa in discesa verso una zona con radi alberi e arbusti (in particolare noto molte piante di Rosa canina...) dove la traccia quasi si perde, in ogni caso si procede in direzione del sentiero che traversa sul fianco del versante oltre il profondo canale del Rio Tignolino (sentiero visibile anche da lontano).

 Si arriva così alla zona dove si incrociano i due canali del Rio Tignolino (l'acqua in questa occasione scendeva solo nel primo, il più lungo che sale verso le pendici della montagna), questo passaggio era chiamato pass d'la stanga... si traversa senza difficoltà su una cengia rocciosa dove inaspettatamente si trova una bella incisione... un grosso Cruciforme con sotto la data 1719 e ancora sotto una incisione ormai ben poco decifrabile, dato che la roccia è anche po' degradata (ancora una volta la Valgrande riesce a sorprendere e anche a emozionare...).

 Non è certamente la data più antica che si può trovare in Valgrande o nei dintorni, in zone certamente più "comode", ma personalmente ritengo sia una delle più significative, sia appunto per "l'anzianità" dell'incisione, sia per il luogo in cui si trova... fino ad ora la data più antica che avevo visto vicino a un alpeggio era quella presso l'Alpe Ogliana che risale al 1748.
l'Alpe Basagrana e la Testa di Menta...
l'Alpe Basagrana e la Testa di Menta...
 Dopo la cengia rocciosa si traversa il successivo canale (in basso, dopo la congiunzione, appare molto "scavato"), e il sentiero prosegue sul versante opposto traversando verso il largo pianoro dell'Alpe Basagrana 1686 m. (chiamata anche, ai tempi, Alpe Grana...), un alpeggio che aveva a disposizione dei pascoli relativamente estesi (si nota infatti una grossa stalla), tuttora i lavazz crescono rigogliosi sul prato circostante le baite, erano presenti sei costruzioni, in alto le casere e più in basse le stalle dove potevano essere ricoverate almeno 80 mucche; similmente all'Alpe Aveu, Basagrana fu caricata fino al 1957, e l'ultimo alpigiano fu Pierino Bionda di Premosello (riguardo gli alpigiani dei principali alpeggi della Valgrande e dintorni, il riferimento è il volume "Genti e luoghi di Valgrande" di Daniele Barbaglia e Renato Cresta - Editore Alberti).

 Dall'Alpe Basagrana risalgo direttamente il versante a monte (anche per scattare una foto da un punto favorevole), per poi proseguire con percorso libero ma cercando naturalmente di seguire le tracce di animali presenti, mentre in alto si vede il caratteristico Passo dei Tri Omen (raggiunto in passato salendo proprio da questo versante), in seguito su terreno più aperto si raggiunge la piana dove si trovano due caratteristici enormi massi ben visibili anche da lontano, e infine si arriva a incrociare il frequentato sentiero segnalato P20a che arriva dal Mottac, e proseguendo in verità piuttosto lungamente e faticosamente (ormai la stanchezza si faceva sentire...), ritorno alla Colma di Basagrana. Per l'andata e ritorno dalla Colma di Basagrana, passando dalle Alpi Aveu e Basagrana, calcolare circa 3 ore e mezza.

Alpi Aveu e Basagrana...
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 Dalla Colma di Basagrana ritorno per l'usuale sentiero che traversa verso la Costa dei Bagnoli ammirando i suggestivi colori autunnali, in questo tratto (in particolare in autunno e all'inizio dell'inverno), occorre sempre un poco di attenzione alle rocce dove si cammina perchè spesso sono umide e scivolose (e con temperature sottozero e senza neve, l'eventuale verglas è molto insidioso...

 Sceso alla zona dell'Alpe Campo 1431 m. per tornare a Trontano decido per un percorso abbastanza "diretto" e che evita in gran parte le stradine, lungo il sentiero A14 che dopo le baite entra nella sempre bella faggeta che passa dall'Alpe Graglia (dove si trova un interessante masso con incisioni), si scende poi all'Alpe Briasca ca. 900 m. raggiunta da una poco piacevole sterrata che si può evitare scendendo dal sentiero presso il poggio roccioso della Croce di Briasca, che naturalmente merita una visita per il suo bel panorama.

autunno...
autunno...

 Poco più in basso si passa presso delle interessanti enormi piode, e poi il sentiero arriva a un tornante della stradina che si abbandona subito per scendere (cartello) sulla sinistra fino a raggiungere il bel Rio Graglia che si supera su due ponticelli uscendo infine sulla strada asfaltata che a destra continua verso Verigo, mentre proseguendo sulla destra in breve si ritorna a Trontano.

 Ottobre 2022 - Difficoltà EE

ritorno a Trontano...
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il larice indica la via...
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