A Calagno si può arrivare seguendo la stradina che da Gurro porta a La Piazza, dove ci sono due percorsi che arrivano al borgo, uno si abbassa subito verso il torrente che viene superato su un ponte a valle del villaggio, l'altro accesso, seguito in questa occasione, percorre prima la stradina che da Piazza sale verso Praduru, quando la strada si inerpica, sulla destra un sentiero traversa e scende a superare il Rio di Calagno su un ponticello di recente costruzione.
In questa occasione la partenza è avvenuta da Finero salendo alla Provola 930 mt e seguendo il sentiero segnalato per Gurro che passa dal bell'Alpeggio di Daila 842 m. e con un percorso vario e piacevole lungo il fianco della montagna arriva all'Alpe In Geri (Nogeri sulle mappe), qui le cartine riportano ancora il vecchio sentiero che continua a mezzacosta verso Calagno, ma è ormai quasi scomparso, e conviene proseguire lungo il percorso segnalato che scende a valicare il Rio di Calagno su un ponte e poi risale verso Piazza passando accanto alle baite di Surné.
Questo tratto fa parte del : Circuito di San Carlo.
Da Piazza si segue la stradina che sale verso Praduru passando presso alcune baite ristrutturate, con bella vista verso Calagno e la cresta del Lidesh, dopo circa un km e mezzo, quando la strada inizia a inerpicarsi, si trova sulla destra un sentiero che traversa verso il Rio di Calagno che si supera su un ponticello.
Diverse baite del borgo sono state recuperate, altre invece sono in rovina; nella minuscola piazzetta del villaggio si trova la Cappella Oratorio della S.S. Pietà ristrutturata nel 1990, l'interno è stato ridipinto dal pittore Antonio Bergamaschi.
La piccola Chiesa risale al 1937 e contiene un dipinto a olio raffigurante la Pietà di Cannobio e un pregevole Crocifisso in bronzo, da diversi anni in agosto, vi si celebra la Messa a cui assistono diverse persone legate a questo borgo.
Di fianco alla Cappella una baita è stata sistemata ed è diventata un piccolo museo sulla storia e le origini di Calagno, con immagini di momenti vissuti al borgo, e dove sono raccolti alcuni utensili ed attrezzi usati un tempo dagli alpigiani; una lodevole iniziativa, perché ora che il villaggio è tornato a "vivere", in un modo diverso dal passato, è giusto, e doveroso, ricordare in qualche modo la vita e le fatiche di un tempo.
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