Una visita al versante dell'Alpe Corte di sopra (Il Curt d'zora), il consistente nucleo di baite appartenente alle comunità di Cardezza e Cuzzego affacciato sulla piana dell'Ossola; era uno dei più corposi alpeggi della zona, un tempo erano presenti centinaia di capre e più di duecento bovini, distribuiti anche sui pascoli della sottostante Corte di sotto (Curt d'zott), questa ormai dimenticata ed abbandonata.
Ora alcune baite sono state ristrutturate e i pascoli sono ancora in buone condizioni nonostante l'avanzata dei rododendri e dei mirtilli, e in estate sono ancora presenti alcune decine di capre e pecore e qualche mucca, ma i tempi in cui nella stagione estiva vivevano qui numerosi alpigiani sono ormai lontani...
Rimangono oltre alle baite, la Cappella e le scritte incise sulla roccia a ricordare la vita e le fatiche di un tempo...
- All'Alpe Corte di sopra :

Il percorso abituale per giungere all'Alpe parte da
Cardezza, sale a
Marzone e poi salendo nel bosco che scende dal
Pizzo Colla Bassa si passa da Coriesco e Giogh per poi traversare il versante est del Pizzo delle Pecore e giungendo nell'ampia conca dell'
Alpe Corte di sopra a 1609 m.
Un altro percorso (seguito in questa occasione), segue il sentiero che da
Marzone (dalla piazzola al termine della stradina sulla sinistra), entra nella valle passando dall'
Alpe Gallina alta, poi sotto le baite di
Vadione e uscendo nei prati di
Corte di sotto; questo percorso è segnalato ma in alcuni tratti la traccia si va perdendo, anche per la scarsa frequentazione.
La bella conca dell'Alpe è circondata dalla cresta che dal
Pizzo delle Pecore va verso la
Cima Saler e la
Rossola; un sentiero sale alla bocchetta sulla cresta che sale al Pizzo delle Pecore, un altro traversa verso nord-est verso la conca di
Ogliana, ed un altro sale alla cresta vicino alla
Punta della Rossola.
Vicino alle baite, su due grossi lastroni di roccia (ma anche su qualche masso nei dintorni), sono presenti numerose incisioni lasciate dagli alpigiani nei tempi passati; sono visibili anche incisioni di epoca più recente, che magari fra un centinaio di anni, susciteranno forse l'interesse di qualche ricercatore...
], chi l'ha incisa doveva naturalmente essere un grande appassionato del campione degli anni '40...

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Il Pizzo delle Pecore e la sua cresta ovest :
Dall'
Alpe Corte di Sopra la classica e facile salita al
Pizzo delle Pecore 2018 m. è sempre piacevole per il bel panorama che si ammira dalla cima, il percorso più interessante che sale alla vetta (in questa occasione percorso in discesa), è la cresta ovest che sale dal
Pizz Lacina, sul versante che scende verso la zona di
Premosello e
Vogogna.
[Percorso già seguito in passato dopo la salita al
Pizzo delle Pecore dal versante di
Ludo Alboc, vedi :
questa pagina]
Il tratto tra il
Pizz Lacina (Pizzo la Cima sulle mappe), e il
Pizzo delle Pecore è impegnativo, in particolare l'ultimo tratto molto ripido che sale direttamente alla vetta, occorre molta attenzione per non scivolare muovendosi sui ciuffi di erba scivolosa (ma ai quali ci si può aggrappare per procedere con più sicurezza...), è presente comunque a tratti un sentierino tracciato dal passaggio degli animali che conviene seguire.
Giunti sul dosso erboso del
Pizz Lacina 1930 m. si trova il percorso segnalato dai classici segni di vernice bianco-rosso; qui ci sono due possibilità : una segue la cresta sulla destra (nord) e scende passando da
Morgagno,
Ciresola e
Marona, verso
Genestredo e
Vogogna, un altro percorso scende sulla sinistra verso la
Colmetta,
Pra d'Gat e
Sui.
[Un bel giro ad anello che segue le due crestine è descritto in :
questa pagina]
In questa occasione, sceso all'
Alpe Sui 1220 m. vicino al caratteristico muretto dell'Alpe [foto
34] si trova verso sud un interessante sentiero (segnato sulle vecchie mappe), che scende verso
Capraga superando una zona con diversi salti rocciosi e incontrando lungo il percorso le due baite dell'
Alpe Pianetta a circa 1100 m. (segnata ma non nominata sulle mappe), ormai nascosta nel bosco.
Pianetta è stato l'ultimo alpetto costruito in questa zona, da notare il caratteristico muretto costruito sul tetto a monte per evitare che le capre potessero salire, e anche una sorta di cantina posta sotto al pavimento di una baita con l'ingresso che porta sotto al livello del terreno.
Questo sentierino a tratti non è sempre visibile, bisogna cercare i segni dei tagli col falcetto e sporadici segni di vernice rossa, dopo aver superato due volte un canale (prima in un senso e poi nell'altro), si esce nel bosco presso la stradina che porta a
Sasso Termine, vicino alle baite di
Capraga.
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