Nonostante l'estensione del territorio del
Parco della Valgrande sia relativamente limitata (limitata se si pensa solo ai circa 15.000 ettari della sua superficie, ma quando ci si trova all'interno, spesso sembra ben più estesa...), e la sistematica "esplorazione" di questi luoghi sia in corso (nel mio caso) da diversi anni, questa zona nasconde ancora diversi luoghi da cercare e da "scoprire" (o, più correttamente, riscoprire...), e per alcuni di essi forse non ci sarà mai il tempo o l'opportunità di poterli visitare...
A volte le informazioni (che su questo territorio non sono certo abbondanti e complete), si trovano a portata di mano,

basta avere l'interesse, la curiosità di ricercare e osservare... e così può capitare, consultando per caso le vecchie mappe del
Catasto Rabbini, relative al Comune di
Buttogno (Val Vigezzo), di fare delle interessanti scoperte.
Ed ecco che si trova ben evidenziata sulla vecchia mappa un alpe di cui non si aveva notizia, l'
Alpe Cuelta... alpeggio che, sulle mappe create nei periodi successivi, è stranamente scomparso.
Naturalmente, visto anche la collocazione dell'alpeggio, a poca distanza da un sentiero frequentato e in un luogo raggiungibile senza troppo difficoltà, certamente altri avranno avuto occasione di vedere i ruderi di
Cuelta, ma per molti, questi sono appunto solamente dei ruderi (in
Valgrande ce ne sono veramente molti...), e non tutti hanno l'interesse, la curiosità di approfondire...
Ma personalmente credo sia importante cercare di conoscere, e far conoscere (per quanto ancora possibile, visto che ormai gran parte degli anziani alpigiani non ci sono più), le origini, la "storia" di questi luoghi... questo anche in segno di omaggio e di rispetto per quelli che hanno vissuto e faticato in questi luoghi.
La
Valgrande ora è diventata un luogo di svago, dove si può "staccare" per qualche tempo dai ritmi e dalle regole della vita quotidiana (e magari anche luogo dove si può ancora vivere qualche "avventura" nella wilderness...), ma è importante non dimenticarne le origini e le persone che l'hanno resa tale...
Una testimonianza, un ricordo della presenza dell'
Alpe Cuelta, viene da Gaudenzio Margaroli (il
Dencio) vero patriarca dell'Alta Valgrande, che caricava
Biordo così come aveva fatto in precedenza suo padre Ermenegildo.
Il
Dencio ha ben presente la presenza dell'
Alpe Cuelta e ricorda che, ai sui tempi, veniva utilizzata come ricovero dai boscaioli durante il taglio della legna in quella zona, questo conferma che l'utilizzo di Cuelta come alpeggio, era stato dismesso già da molto tempo... come per l'Alpe Rodugno sul versante
Valgrandino dei Corni di Nibbio, abbandonata già verso la fine del 1800...
- Il Catasto Rabbini :
La denominazione deriva dal geometra
Antonio Rabbini che fu preposto da
Cavour alla direzione generale del catasto nel
1853; per la prima volta si hanno a disposizione (con una certa accuratezza), delle mappe che arrivano a grande scala (1:5000 1:1000 e 1:500), rilevando anche i fabbricati.
"
Dell'accertamento catastale - dell'attuazione e conservazione del Catasto - Sunto delle lezioni lette da Antonio Rabbini - direttore capo dell'ufficio del Catasto alle Scuole Censuarie
istituite in Torino dal Ministero delle Finanze" questo il titolo del libro pubblicato dalla Stamperia Reale nel 1854 e che è possibile leggere :
Qui
Dal 1853 al 1870 le rilevazioni interessarono la provincia di
Torino e quella di
Novara inclusi i circondari dell'
Ossola e di
Pallanza, il Catasto Rabbini costituisce la base del catasto dello Stato istituito nel 1886.
Alcune delle vecchie mappe sono consultabili presso alcuni uffici comunali, e naturalmente presso l'Archivio di Stato di Torino; attualmente un certo numero di mappe del
Catasto Rabbini sono state digitalizzate e sono visionabili sul sito dell'Archivio di Stato di Torino a questo indirizzo :
Archivio di Stato di Torino.