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Il versante orientale della
Val Pogallo, dal
Rio Pianezzoli alla cresta che va dalla
Cima Marsicce e il
Torrione allo
Zeda e la
Marona, è percorsa dal frequentato sentiero che da
Pogallo porta a
Pian di Boit, e prosegue per la Bocchetta di Terza, passaggio per la Val Cannobina, e anche, proseguendo lungo la cresta, verso la Val Loana e la Val Vigezzo.
Un altro percorso segnalato, ma poco frequentato, porta da
Pian di Boit alla
Marona passando dall'
Alpe Aurà.
La ricerca dei vecchi sentieri che portavano agli alpeggi della zona, tra cui l'
Alpin e l'
Alpe Teccia che non sono segnati sulle mappe, è molto interessante, con angoli panoramici e suggestivi, che ripagano il disagio e la fatica di un percorso che si svolge spesso nell'intricata vegetazione che ha ormai quasi cancellato le tracce.
(Avvertenze...)
Dal prato di
Pogallo 777 m. prima di arrivare alle baite, si scende a destra e si segua la mulattiera che porta al ponte sul
Pogallino, poco prima della sua unione con il
Rio Pianezzoli, il sentiero prosegue lasciando a sinistra la deviazione per l'Alpe Busarasca, e arriva ad un bivio; a sinistra rimane sulla riva destra idrografica del torrente, a destra scende al ponte in cemento sul rio
Pianezzoli e si passa sulla sponda opposta, sotto ai ruderi di
Casale dei Galli, la traccia in seguito entra nel solco del torrente che si guada per tornare sulla sponda opposta (in caso di acqua alta, seguire il sentiero che rimane sulla sponda destra idr.).
Si arriva all'
Alpe Preda di qua 1007 m. (
la Preja) [qui sulla sinistra saliva un sentiero per l'Alpe Brusà e Busarasca], si traversa nuovamente il torrente sul ponte, e sulla sponda opposta, pochi metri a destra del sentiero, i ruderi dell'
Alpe Preda di là 1005 m. (
la Preja d'là), (qui saliva nel bosco il sentiero per l'Alpe Aurà).
Dall'Alpe Preda la traccia prosegue entrando nel bosco, e dopo un ultimo ponte, da dove si vede in alto il prato dell'Alpe Terza, sale alla radura di
Pian di Boit 1123 m. con una baita adibita a
bivacco.
Il sentiero continua nel prato e poi arriva al guado del torrente che scende dal
Torrione, si entra nella faggeta, e si sale su terreno ripido per uscire sul dosso dell'
Alpe Terza 1428 m. [Poi la traccia sale sul dosso e in traverso verso la
Bocchetta di Terza 1836 m. valico di collegamento con la Valle de il Fiume e
Finero. All'inizio del traverso, arrivava anche un sentiero che da Busarasca traversava il versante est della Cima Marsicce, superando varie vallette].
Tornati a
Pian di Boit, si lasciano i facili e comodi sentieri per salire direttamente a est delle baite tra le felci, entrando nel bosco, dove si trova qualche traccia di sentiero, segnalata da ometti, che sale il fianco del costone fino a un crinale, dove si trova uno spiazzo con i resti di un focolare di un ricovero di boscaioli.
Si continua la salita sul crinale, uscendo sui ripidi prati, in vista di una caratteristica crestina rocciosa, traversando a destra si arriva ai ruderi dell'
Alpin 1520 m. questo alpeggio, non segnato sulle carte, era caricato da alpigiani di
Gurro, in Val Cannobina che vi giungevano attraversando la cresta da un intaglio, la
scatà, posto vicino alla
Cima dei Crusitt (Cima Crocette) 1896 m.
Dall'
Alpin il percorso per raggiungere l'
Alpe Teccia e l'
Alpe Aurà, è impegnativo e faticoso, in particolare per la presenza di una bassa vegetazione, ontanelli in particolare, che rendono il procedere molto difficoltoso...
Si lascia L'Alpin traversando verso est e poi scendendo sui ripidi prati verso il profondo e incassato canale che scende dalla Piota, si entra nel canale all'altezza degli ultimi alberi (in alto), che si incontrano scendendo il ripido versante nord-ovest; il lato sud-est del canale è difeso da una verticale paretina rocciosa, che si supera in un punto debole, proprio di fronte agli ultimi alberi del versante opposto.
Si risale faticosamente verso la cresta, dove passa il percorso del
Sentiero Bove, tra La
Piota 1925 m. e la quota
1900 m. posta prima della cresta nord del
Monte Zeda, qui ci si affaccia, sul versante Cannobino, sulla Valle di
Falmenta; sulla cresta, a 1862 m. un altro antico valico tra la
Val Cannobina e la
Val Pogallo, il
Pass del Busell (Passo del Buco), il percorso, ancora segnato sulle vecchie mappe, scendeva all'Alpe Teccia, passando dal valico a 1620 m. posto sulla cresta ovest della quota 1900 m.
Di questo percorso non rimangono tracce, è ricoperto da una fitta vegetazione, ontanelli e grosse felci, che rendono quasi impraticabile (e molto faticoso), il procedere; ma si dimentica il disagio all'arrivo al valico a 1620 m.... un bellissimo punto panoramico, in particolare verso la conca dell'Alpe Teccia e la cresta nord dello Zeda, di cui si ha una insolita visione.
Qui siamo al culmine della costa del
Fatigos, così era chiamata la dorsale boscosa con dei caratteristici torrioni rocciosi, che sale dai dintorni di Pian di Boit, (da Pian di Boit, un percorso saliva fino al valico seguendo la dorsale).
Dal valico a 1620 m. una traccia scende senza difficoltà, passando sotto la strapiombante parete della quota 1900 m. al fornale dell'
Alpe Teccia 1630 m. anch'essa non segnata sulla carte, in un bell'ambiente tipico di quote più elevate (sono presenti anche le marmotte).
Da
Teccia, si traversa verso sud, ritrovando subito i disagi di un percorso tra la fitta vegetazione, superando alcuni canalini, si scende ai prati dell'
Alpe Aurà 1340 m. [qui un sentiero scendeva all'Alpe Preda, ed un altro scende in diagonale, passando alla base della costa del
Fatigos, verso Pian di Boit].
Dall'
Alpe Aurà si sale a destra, seguendo i segni di vernice nel bel bosco di grossi faggi, arrivando sulla dorsale a quota 1554 m.
un altro bel punto panoramico, si prosegue traversando e scendendo a destra verso l'ampio fornale sottostante la Marona, sul fornale, è più comodo,
finché possibile, percorrere il tratto dove sono presenti grossi massi, dirigendosi verso l'evidente canalino erboso, dove sono ancora visibili i resti di muretti di sostegno del sentiero, che porta all'
Alpe Corte Gemello 1596 m. un altro bel punto panoramico.
Da Corte Gemello si scende prima nel prato, e poi entrando nel bosco verso sinistra, in direzione del piccolo prato dell'Alpe Schin, ben visibile più in basso; superando alcuni canalini (il percorso è poco evidente nel bosco, occorre tenere presente la posizione dell'Alpe Schin vista in precedenza), si arriva al poggio dell'
Alpe Schin 1260 m.
Da Schin, sotto le baite, nel bosco si trova la traccia, segnalata anche da vernice rossa, che porta in breve all'
Alpe Casarù 1018 m. ormai immersa nel bosco, dal caratteristico casaretto per i formaggi ancora in discrete condizioni. [Dall'Alpe Casarù un sentiero saliva alla dorsale affacciata sulla Val Marona, dove si trova l'Alpe Büsen 1426 m.].
Da Casarù il sentiero prosegue la discesa nel bosco arrivando al maggengo di
Casale dei Galli 863/775 m. qui, sulla sinistra, una traccia, all'inizio una mulattiera che poi diventa sentiero, porta con un traverso a mezzacosta, all'
Alpe Pianezza 900 m. immersa in un fitto e caratteristico bosco di faggi, ben visibile da Pogallo. Da Pianezza si ritorna a Corte dei Galli e in breve si scende al sentiero che porta al ponte in cemento sul rio Pianezzoli.
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