- Il percorso : (Avvertenze...) - Percorso impegnativo.
Il Vallone di Bettola, dove sale il sentiero per Lavattel e Sautì si può raggiungere da Nibbio lungo il sentiero che passa dalla Balma del Lavanzin oppure (più comodo...), da Bettola risalendo la sempre bella mulattiera militare.
Giunti nel Vallone si segue il percorso segnalato che poi traversa salendo lungo il fianco destro orografico del canalone ed esce al bivio sul poggio panoramico degli Asaa; a sinistra (verso nord) il sentierino per Sautì (che si percorrerà al ritorno), a destra (verso est) il percorso per la Bocchetta di Lavattel.
La
Bocchetta di Lavattel si raggiunge con bel percorso panoramico in circa 30 minuti dagli
Asaa passando prima sotto la cresta ovest della montagna, il tratto di sentiero prima della caratteristica "strettoia" è da percorrere con attenzione causa la frana caduta dalla cresta del
Pizzo delle Tre Croci, nonostante le piogge autunnali il terreno è tuttora coperto di detriti scivolosi e la roccia è instabile...
AGGIORNAMENTO
(novembre 2022) : nel frattempo una ulteriore frana era caduta, sempre a causa di blocchi di roccia che si sono staccati dalla parete soprastante, poco prima della precedente; anche questa inizia a stabilizzarsi ma in ogni caso è chiaro che occorre sempre prudenza e atttenzione se si intende passare da queste parti...
AGGIORNAMENTO
(luglio 2024) : lungo il tratto franoso ora sono state installate delel catena, grazie per il lavoro fatto...
Dopo una visita al pianoro artificiale della
Bocchetta di Lavattel si ritorna lungo la traccia di sentiero fino all'inizio della cengia e poi si traversano le roccette verso nord per accedere al versante Valgrandino del Pizzo, si sale con percorso libero su terreno ripido che alterna tratti erbosi e rocciosi.
vista sul Torrione di Bettola e la Cima Corte Lorenzo durante la salita...
In questa occasione (fine dicembre 2014) il versante era libero dalla neve, ma la presenza di alcuni tratti con ghiaccio ha reso la salita più impegnativa del previsto.
Se ci si tiene sulla sinistra vicino alla cresta che guarda sul sottostante
Vallone di Bettola, si può godere di una bella vista panoramica, oltre che verso il vicino
Torrione di Bettola anche verso la
Valgrande e i laghi, e sui precipizi sottostanti.
Risalendo si passa dal punto di origine della frana che ha interessato il sentiero sottostante [foto
28], la roccia sembra pulita e stabile, e non dovrebbero esserci ulteriori distacchi (naturalmente, opinione di un non esperto in questo campo...).
la zona di distacco della vecchia frana...
Per salire al ripiano superiore si può seguire la striscia erbosa visibile sul bordo delle rocce della foto
28 (percorso più "aereo"...), oppure spostarsi più a destra (nord) e salire il pendio della foto
30 dove almeno ci si può aggrappare a qualche alberello...
In seguito si traversa sulla destra su una sorta di cengia erbosa, poi un pendio più agevole porta a un canalino [foto
42] meno impegnativo di quello che sembra, che si supera aggrappandosi agli alberelli presenti; questo tratto si può aggirare traversando ulteriormente verso nord e poi risalire tra la bassa vegetazione, ma così la salita perde un po' di interesse...
Valgrande...
E si arriva sulla sommità del
Pizzo delle Tre Croci 1638 m. se la giornata è limpida si ha una bella vista panoramica sulla
Valgrande, i laghi e la cresta dei
Corni di Nibbio che prosegue verso il
Lesino...
Si traversa poi in direzione delle altre due sommità, su quella più bassa si trovano i resti di una croce di legno adagiata sulle pietre...
Vista per la prima volta nel
2002 [foto
56], ora nel
2014 il tempo e le intemperie hanno lasciato il segno, ma l'impressione avuta la prima volta rimane, e cioè quella di un segno di fede genuino, spontaneo, perfettamente integrato nell'ambiente in cui ci si trova (lo stesso discorso vale per le bellissime Cappellette che si trovano sul sentiero tra
Teggia e
Pobbiè (vedi
questa pagina), cosa ben diversa da certi enormi e assurdi tralicci a forma di croce che si vedono sulle cime di alcune montagne...
Se mai qualcuno un giorno volesse ripristinare queste croci, si spera che sia così lungimirante da realizzare qualcosa di consono ed adatto all'ambiente, nel rispetto del pensiero di quelli che lo avevano fatto in precedenza...
Si prosegue lungo la cresta verso nord superando un primo spuntone, il secondo si può aggirare scendendo e traversando sul versante
Valgrandino dove si vedono alcuni effetti delle piogge (ed anche delle slavine), il distacco della cotica erbosa che scopre le rocce sottostanti [foto
58], fenomeno notato quest'anno anche in altre zone della
Valgrande.
vista dall'Alpe Sautì...
Per il ritorno a
Bettola si segue il sentiero segnalato che prima scende con bel percorso panoramico all'
Alpe Sautì, poi passa dal
Funtanin e quindi ritorna al poggio degli
Asaa da dove si continua lungo il sentiero seguito in salita.
Tempo per la salita (da
Bettola), circa 4 ore e mezza; per il giro descritto, 7/8 ore.
Dicembre 2014.
L'unico punto in cui poteva esserci una (molto improbabile) possibilità era un sorta di versante con vegetazione che si nota guardando verso nord, e allora traversiamo raggiungendo il bosco
presente in quella zona e inizialmente troviamo una invitante rampa che porta a un breve canalino verso un suggestivo e solitario albero, ma una volta arrivati lì si vede che non si può proseguire (sarebbe stato un percorso molto interessante potendo andare avanti...).
A questo punto non rimane che salire il ripido pendio e la cresta
successiva per raggiungere la sommità del Pizzo delle Tre Croci (l'ultima volta l'avevo raggiunto nel 2014 sempre salendo questo versante); la salita presenta dei tratti impegnativi, ma in buone condizioni si sale con percorso intuitivo e logico, e comunque adatto a chi si trova a suo agio su questo genere di terreno.
In ogni caso valeva la pena tornare qui perchè sulla cima principale delle tre sommità si trova una roccia con incisa una bella Croce confinale (che mi era "sfuggita" durante le precedenti visite, a conferma che c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire in Valgrande...), mentre della vecchia Croce di legno ormai rimane ben poco.