In questa zona risalendo il versante sono presenti tre diverse "tipologie" di baite, in basso quelle più "rustiche" ma in ottime condizioni (naturalmente con alcuni interventi di "restauro"), con i muri in sasso a vista che si inseriscono bene nell'ambiente; più in alto ci sono le baite con i muri intonacati ma sempre piacevoli (questi più che alpeggi, erano da considerare quasi delle normali case di abitazione, viste le quote relativamente basse e la comodità di accesso). Infine a monte si vede una costruzione "moderna" che forse, tra un centinaio di anni, quando gli escursionisti del futuro (ammesso che gli escursionisti ci saranno ancora...), passeranno da queste parti magari troveranno interessante...
Seguendo il largo sentiero verso sinistra (est) si giunge alle baite inferiori di Bisaa (Bisà sulla Rabbini), salendo la dorsalina soprastante (dove si trova il grosso masso di foto 21), si arriva al più importante nucleo superiore di Bisaa in una zona dove ci sono alcuni imponenti faggi, spostandosi sulla destra (ovest) si trova il caratteristico piccolo baitello, solitamente costruito nei pressi di un corso d'acqua, dove si conservavano il latte e il formaggio.
Ridiscesa la dorsalina si continua sul sentiero che traversa un piccolo rio e poi risale la dorsale successiva che porta al bell'alpeggio di Oro del Bianco (toponimo presente solo sulla Rabbini); le baite sono ancora in buone condizioni, e si trovano alcuni segni della passata attività degli alpigiani (a parte "l'intrusa" della foto 37...), qui bisogna segnalare il bel baitello per i latticini simile a quello di Bisaa, ma in questo caso si nota sull'architrave in legno la data 1840 e una Croce incisa (cosa inusuale, solitamente le date e le Croci sono presenti solo sulle baite dove vivevano gli alpigiani e non sulle stalle o costruzioni "di servizio"...), da segnalare infine anche la modalità costruttiva delle porte con gli incastri a coda di rondine...
Durante la salita verso Oro del Bianco si notava un bivio presso la roccia di foto 49, allora ridisceso a questo punto proseguo lungo il sentiero "costruito" che porta al torrente dove si trova anche un cordina metallica (questa zona è sempre umida e scivolosa, si vede anche che un altro sentierino giunge qui traversando il fianco del versante della dorsale di Oro del Bianco); naturalmente questo rio, che più in basso si congiunge col Rio Graglia, aveva un nome... sulla Rabbini il toponimo risulta incompleto : Rivo Sass ?
Sul versante opposto si vede la traccia che prosegue, mentre il tratto iniziale che sale dal torrente, dove certamente un tempo era presente
una scalinata, ora è diventato un ripido pendio scivoloso che richiede attenzione; su un masso del torrente si notano anche delle tacche poggiapiedi scavate nella roccia.
Risalito sul versante opposto si traversa una zona con grossi massi poi si incontrano i muri dei vecchi terrazzamenti che conducono al nucleo principale dell'Alpe Pagarioi (Pagarione
sulla Rabbini), l'unica costruzione dove il tetto è ancora presente è un piccolo "ripostiglio" dove si vede ancora la scorta di legna, qui rimasta da chissà quanto tempo...
Continuando la traversata si arriva al secondo nucleo di Pagarioi, per proseguire bisogna traversare il canale del Rio Graglia, in questa zona sono presenti segni di vernice rossa che portano a salire per poi traversare verso un canalino (passaggio "quasi" obbligato) che permette di scendere al torrente; il Rio Graglia in questo punto si traversa senza problemi, continuando sul versante opposto, si vede che più in basso c'è una zona (molto piacevole, vedi la foto 75) dove in apparenza sarebbe stato più comodo traversare il rio, ma bisognava camminare sulle piodate scivolose dove scorre l'acqua, e questo era certamente meno sicuro anche per gli animali ai tempi...
Risalendo il versante si esce sui prati di Briasca presso la fontana in cemento e le baite poste più ad ovest, scendendo sui prati di Briasca, si può osservare il versante boscoso traversato in questo giro; dalla Cappella di San Rocco
naturalmente vale la pena portarsi verso la panoramica Croce di Briasca (bella vista in particolare su Verigo e Trontano), sulla roccia sono incisi due cruciformi.
Aprile 2019 - Difficoltà E/EE
Si scende sulla bella mulattiera che porta alla stradina asfaltata che in questa occasione ho seguito fino a Verigo per andare a vedere la Cappella Valegia che è stata restaurata alcuni anni or sono.
Link : Progetto Esecutivo - I dettagli dei lavori e la metodologia seguita sono ben illustrati qui : Prendersi Cura (link al relativo file : PDF )
(Osservando la Cappella a restauro effettuato, e confrontandola con l'immagine di dieci anni prima, da "profano" posso dire che il restauro mi pare ottimamente eseguito...).
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