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Percorso impegnativo :
(Avvertenze...)
Settembre 2014
Da
Premosello Chiovenda si sale alla
Colma passando dall'
Alpetto Cornala (evitando così di transitare da Colloro), si scende all'
Alpe Serena e dal prato sottostante l'alpeggio si traversa il rio che scende dalla
Valle dei Laghetti del Proman, si passa in una zona con grossi massi dove si trova il sentiero per la
Bocchetta del Bosco.
La traccia è in gran parte ancora ben evidente nonostante la crescita della vegetazione, in particolare nel primo tratto; il sentiero traversa il versante est della montagna superando alcuni canalini, transitando sulle bancate rocciose si notano alcuni spuntoni e infissi in ferro che, con l'aiuto di pontegge ora scomparse, facilitavano il transito lungo questo percorso frequentato principalmente dai boscaioli.
Si passa da un paio di poggi panoramici con vista sulla sottostante
Val Serena, e si giunge alla
Bocchetta del Bosco 1465 m. (così chiamata
perché permetteva di accedere all'area chiamata
Bosco Grande, sul versante della
Valfredda).
Dalla Bocchetta si segue il fianco della cresta tra l'erba, verso est fino a ritrovare (nel bosco), la traccia di sentiero (a tratti poco evidente), che scende con larghi tornanti verso il pianoro dove sorgeva la
Stazione della teleferica ca. 1110 m. costruita in un punto "strategico" in cui il canale della
Valfredda fa una curva, e da dove il legname veniva fatto risalire alla
Bocchetta di Valfredda; qui si trovano dei massicci basamenti e sono tuttora visibili alcuni grossi pali in legno dove veniva ancorato il cavo metallico [foto
28,
29,
30,
31].
Dalla
Stazione si scende sulla sinistra su terreno ripido (in questo tratto la traccia è praticamente scomparsa), fino a raggiungere un canale che si costeggia sul suo fianco sinistro idrografico per arrivare alla congiunzione con il canale principale della
Valfredda dove scende una bella cascata a ca. 895 m. [foto
33].
Proseguendo la discesa si ritrova una traccia che scende nel bosco sempre sul fianco sinistro idrografico del canale, poi verso la fine si scende tra grossi massi direttamente nel canale uscendo al
Lancone di Valfredda (luogo frequentato dai pescatori), un ampio spiazzo in parte boscoso vicino al torrente.
Lungo la parete rocciosa di fronte all'ultimo alberello si trova l'unico "punto debole" di questo versante, che permette di risalire (il pendio è molto ripido, ma ci si può aggrappare agli alberelli e ai ciuffi d'erba...), si segue lo sperone che man mano che si sale si restringe, si trovano alcuni tratti rocciosi che si superano con facile arrampicata fino ad arrivare al passaggio chiave, uno spigolo esposto (difficoltà III°) dove si trova un vecchio chiodo arrugginito [foto
43] ormai non più affidabile (in discesa, indispensabile la corda in questo punto).
Superato questo tratto si continua la salita su terreno più facile, e quando possibile si può anche traversare subito sulla destra per raggiungere il bosco sopra al
Pisard (vedi in fondo alla pagina tre immagini gentilmente fornite da Stefano Cerutti), ma è interessante anche continuare la risalita sullo sperone dove si trovano i segni del passato lavoro dei boscaioli [foto
47 e
48], i quali operavano nei luoghi più impervi...
Superato l'ultimo risalto si entra nel bosco e si continua traversando sulla destra (nord) per raggiungere la cresta a circa 1200 m. di quota, successivamente si giunge sulla
Cima Loviga 1305 m. bella vista verso il
Lesino, l'alta
Valfredda e il
Proman.
Dalla
Cima Loviga si segue la cresta che risale verso la
Bocchetta del Bosco (la cresta è tutta percorribile, salvo un tratto dove si incontra una lama rocciosa aggirabile sul lato della
Valfredda); una alternativa per il ritorno (seguita in questa occasione) è quella di scendere verso la zona dell'
Alpe Turi.
Si segue la cresta per un tratto e poi si scende sulla destra (nord), il terreno è molto ripido ma ci si può aggrappare agli arbusti e agli alberi presenti.
Sul versante nord della
Cima Loviga si trova l'
abete bianco che è presente in
Valgrande anche in
Val Gabbio e particolarmente nella zona del
Mottac, un interessante studio sulla presenza di questa conifera nel
Parco della Valgrande, è stato pubblicato su
forest@ da L. Bionda, E. Lingua, R. Motta e P. Nola. Link al :
File PDF 
.
Scendendo bisogna anche spostarsi gradatamente verso sinistra (ovest), in modo da giungere il più vicino possibile al piccolo pianoro dell'Alpe Turi (se si scende più ad est, poi bisogna traversare alcuni canali, affrontando dei saliscendi faticosi per trovare i passaggi), si arriva infine all'
Alpe Turi ca. 1040 m. vicino al
Rio di Val Serena che si attraversa per poi salire nel ripido bosco, tenendosi sempre vicino al versante che, sulla destra, sale al
Pizzo Turi (cima di 1396 m. non segnata sulle mappe), poi traversando sempre nel bosco si sbuca alla
Colletta da dove si riprende il sentiero segnalato che riporta alla
Colma e a
Premosello.