in Valgrande
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Lesino - dal versante est


  - Al Lesino dal versante della Valgrande...


 Ritorno sulla suggestiva cima del Lesino questa volta salendo lungo il variegato e complesso versante est, partendo dall'Alpe Rodugno e proseguendo verso quelli che un tempo erano i pascoli dell'alpe (i prati di Rodugno), poi alla cresta dei Corni di Nibbio nella zona del Passo del Tita, e da qui traversando e poi scendendo verso il ramo nord-ovest della Val Piana (che nella parte alta si divide in vari canaloni).

 Discesa fino al limite della bella ed imponente cresta rocciosa che sale dalla zona dell'Arca, e infine la risalita verso la cima del Lesino passando su crestine effimere e scomodi rododendri, in uno scenario unico ed affascinante...
il Pedum...
il Pedum...

 


   - Il percorso : (Avvertenze...) - Percorso impegnativo.


 L'Alpe Rodugno si può raggiungere seguendo il sentiero segnalato che sale da Orfalecchio, oppure (come in questa occasione), dal versante opposto risalendo il Vallone di Bettola e scavalcando la Bocchetta di Sautì.

 

 Scendendo dalla Bocchetta di Sautì verso Rodugno, nel bosco si raggiunge un bivio, mentre per l'alpe si scende diritti per la massima pendenza, sulla sinistra una traccia traversa verso nord, questo era il sentiero che portava ai prati di Rodugno (che si seguirà il giorno successivo), scendendo ancora, a poca distanza dall'alpe si trova un altro bivio, sulla destra una traccia traversa velocemente verso un canale dove è possibile (ma non sicuro...), trovare acqua, che è rara in questa zona dei Corni di Nibbio.

 Dopo il pernottamento sotto le stelle a Rodugno (nonostante si vedano le luci della "civiltà" guardando verso la pianura lombarda, è un luogo assolutamente appartato e solitario...), si risale il sentiero e giunti al bivio si traversa a destra verso i prati di Rodugno, la traccia finché si rimane nel bosco, è ancora ben visibile, ma poi arrivati nella zona con felci ed erba scompare.

 Si continua a traversare in salita giungendo sulla dorsale panoramica posta sul fianco della Val Piana, la si risale cercando il percorso migliore tra la vegetazione e si arriva sulla cresta dei Corni di Nibbio che si segue verso nord fino al Passo del Tita.

 Dal Passo del Tita seguendo la cresta si può raggiungere la cima del Lesino lungo la "via normale", in questa occasione mi sono diretto verso il termine della imponente cresta rocciosa che separa la Val Piana dalla Val Balm Bert, cresta che non è lontana, ma la traversata è lunga e disagevole dovendo superare numerosi canali (alcuni si vedono solo all'ultimo momento...), sempre su terreno impervio tra ontanelli e rododendri; bisogna affrontare diverse discese e risalite per trovare i passaggi fino ad arrivare all'ultimo canale dove sale il ramo nord-ovest della Val Piana, canale che però si presenta insuperabile...
il Lesino...
il Lesino...
 Allora cercando i passaggi, è possibile scendere il pendio (in parte roccioso verso la fine), verso est fino al canale (qui si trova acqua), e poi risalire alla bocchetta al termine della cresta; a questo punta inizia la risalita verso il Lesino prima tra gli ontanelli, poi arrampicando sui rododendri e risalendo effimere crestine cercando i passaggi migliori, in un ambiente molto suggestivo dominato dall'onnipresente cima del Pedum...

 Si esce infine direttamente sulla cima sud del Pizzo del Lesino 1990 m. per la discesa ho seguito il percorso che scende alla Bocchetta di Valfredda come fatto durante la visita precedente, vedi : questa pagina (ricopio qui sotto la descrizione della discesa).
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   - Discesa verso la Bocchetta di Valfredda :

 Dalla cima del Lesino si prosegue verso la cima nord e poi si segue la cresta est che scende verso la Valgrande, giunti dove la cresta presenta i primi salti, si scende sulla destra della cresta lungo un canalino, ripido ma con buoni appigli, scendendo su un pendio ricoperto di rododendri e in breve, traversando alla fine verso sinistra, si raggiunge nuovamente la cresta a valle di un salto roccioso; qui si trova un muretto che fa da punto di riferimento; qui si scende sul versante opposto (nord), dove si trova qualche traccia di passaggio dei camosci, tra gli invadenti ontanelli; più in basso, quando il pendio diventa più ripido, si traversa verso sinistra e si scende tra i rododendri lungo una crestina, per poi ritornare al canale.

 Arrivati al punto dove il canale si restringe e diventa non più percorribile in sicurezza senza corda, si traversa sulla sinistra salendo ad una bocchetta per poi traversare (vecchio segno di vernice rossa) e scendere tra la vegetazione dove si trovano ancora tracce di passaggio dei camosci; scendendo sempre nelle vicinanze del canale, si arriva vicino all'uscita sopra una placca rocciosa solitamente bagnata, qui si scende nel canale usando la corda (sono presenti degli ontanelli da utilizzare come "supporto").

 Scesi nel canale, si traversa verso nord seguendo una traccia e in breve si giunge alla Bocchetta di Valfredda 1697 m. da dove si ritorna a Cuzzago scendendo lungo la Valle di Nibbio.
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discesa verso la Bocchetta di Valfredda...
discesa verso la Bocchetta di Valfredda...
 In questa occasione (vista l'ora tarda, non essendoci il tempo per arrivare in stazione per l'ultimo treno), prima di ritornare a Cuzzago, mi sono fermato a pernottare alla Balma della Vegia.

 

 Durante la discesa nella Valle di Nibbio si notano i residui del notevole innevamento dell'inverno 2013/2014, alla fine di settembre si trovano ancora alcuni metri di neve pressata, resti delle grandi slavine cadute in questo canale. Nella parte medio-alta della valle numerose le frane (con blocchi rocciosi anche di grosse dimensioni), che hanno un po' cambiato l'aspetto della zona.

 Nelle aree dove la neve è rimasta per lungo tempo, si notava una bella fioritura tardiva con gli insetti impollinatori che si davano da fare... la natura cerca in ogni modo di recuperare il tempo perduto...

    Immagini del 22/23 settembre 2014.
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 Foto e testi © www.in-valgrande.it (E-mail)



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Neve nella Valle di Nibbio (settembre 2014)...
neve nella Valle di Nibbio (settembre 2014)...