L'Alta Val Gabbio è racchiusa tra il versante est del Monte Grassino, la cresta che dalla Cima Sciarina prosegue verso la Rossola e la Colma Piana, e la dorsale che scende verso Oro delle Giavine e Borgo delle Valli.
Il principale sentiero di accesso parte dall'Alpe Valgabbio, dove transita il frequentato percorso della traversata da Malesco a Premosello, un altro punto di ingresso/uscita è la Bocchetta dell'Usciolo, passaggio che permetteva di entrare a Quagiui dal versante di Premosello, evitando il passaggio dalla Colma.
Altri percorsi portano in alta Val Gabbio, ma su sentieri poco frequentati e a volte non facili da individuare.
Visitando gli alpeggi della zona, si trovano numerose baite ancora in discrete condizioni, una eccezione rispetto ad altre zone del Parco.
Una visita più recente (ottobre 2017) in zona, su : questa pagina.
A Crot di sopra si può arrivare scendendo dall'Alpe Grassino in Val Serena, seguendo una traccia che traversa a mezzacosta il versante sud del Monte Grassino, raggiunta la dorsale si prosegue in discesa per poi traversare verso nord raggiungendo l'Alpe Crot di Sopra 1535 m. (il Crœtt d'zura).
[Dall'Alpe un sentiero prosegue a mezzacosta verso nord, e dopo una baita isolata (foto 5) traversa tutto il versante nord-est del Monte Grassino, arrivando all'Alpe Cortevecchio].
Dalla Colletta dove transita il frequentato sentiero che dalla Colma scende all'Alpe Valgabbio, si risale la dorsale che scende dal Monte Grassino, dove la pendenza aumenta si segue una traccia che traversa verso destra, si trovano alcuni muretti che permettono di superare dei salti rocciosi, poi il sentiero scende e dopo alcuni tornanti arriva a un bivio, si va a destra seguendo la traccia meno evidente arrivando in breve all'Alpe Crot di Sotto 1198 m. (il Crœtt d'zott), con la stalla delle capre ancora in buone condizioni, dove si può osservare una bella rastrelliera in legno.
Si ritorna al bivio precedente, e seguendo la traccia più marcata si arriva su un dosso dove si trovano i resti di alcuni terrazzamenti (o forse ruderi di vecchi ricoveri...), si prosegue scendendo nel canale sottostante (qui la traccia è poco visibile), risalendo l'opposto versante si ritrova un buon sentiero che scende nel bosco verso l'Alpe Valle di Sotto 1032 m. (Vall d'zott) vicino al torrente, che si può guadare a valle e anche monte dell'Alpe raggiungendo così, sul opposto versante, il sentiero segnalato che dall'Alpe Valgabbio sale a Quagiui.
Il sentiero sale il versante sinistro idrografico del torrente, e dopo aver lasciato sulla destra la deviazione per l'Alpe Rondino, guada il Rio dei Locc arrivando a Borgo delle Valli 1115 m. con le baite poste su un bel ripiano prativo all'ombra di un grande faggio.
[Dall'Alpe sale una dorsale boscosa (percorribile, ma il sentiero è ormai scomparso), che conduce all'Alpe Oro delle Giavine].
Da Borgo delle Valli, il sentiero segnalato prosegue salendo sulla sinistra idrografica del Rio Quagiui, poco prima di superare un canalino si lascia il sentiero segnalato per seguire una traccia, in parte nascosta dalla vegetazione, che sale sulla destra raggiungendo in breve l'Alpe Valpiana 1265 m.
Da Valpiana è possibile raggiungere Oro delle Giavine salendo alla dorsale che parte da Borgo delle Valli; il percorso è faticoso su terreno a tratti molto ripido, si arriva sulla cresta dopo avere salito le giavine che caratterizzano questa zona, si risale la cresta con un bel percorso molto panoramico, arrivando ad alcuni terrazzamenti, probabilmente piazzole dove erano ancorati i supporti di teleferiche per il trasporto del legname.
[Qui una traccia scende a destra verso la Valle di Locc].
Si segue la traccia che sulla sinistra conduce all'Alpe Oro delle Giavine 1709 m. con le baite poste tutte in fila sul ripido pendio erboso. [Dall'Alpe è possibile salire alla sovrastante Colma Piana dove si può seguire la cresta verso la Punta Pozzolo, oppure scendere verso Beura percorrendo le Valli dell'Ogliana].
Da Oro delle Giavine un sentierino, parzialmente nascosto dall'erba, prosegue a mezzacosta traversando tutto il versante est della Colma Piana, la traccia specie nei tratti con ontanelli e la bassa vegetazione, può essere poco visibile....
Superate alcune vallette si arriva in una zona caratterizzata da numerosi accumuli di pietre realizzati per liberare il terreno così l'erba poteva crescere fornendo il pascolo al bestiame, in basso a valle delle pietraie si trova la bella Alpe Fornale 1530 m.
(Alpe Fornelletto) con le baite ancora in buone condizioni.
Risaliti al sentiero e traversando un ultimo canale si sale ad un poggio (l'Or d'la Pescia), con bella vista sulla conca di Quagiui e Cortevecchio; si prosegue scendendo e, con un ultimo tratto tra i rododendri, si arriva a Quagiui 1563 m. uno dei più "grossi" alpeggi della Valgrande; costituito da tre gruppi di rustici, il nucleo principale con alcune interessanti baite col tetto a quattro falde, in basso su un pianoro le tre baite allineate di Cà di Gubitt (Alpe Gian Pistùi secondo il catasto, Gian Pistùi è anche il nome del torrente posto a nord dell'alpe...).
Da Quagiui un sentierino scende verso est in direzione dell'Alpe Cortevecchio 1466 m.
(il Curtvecc), probabilmente il primo alpeggio realizzato in questa zona, con le baite ancora in discrete condizioni.
[Da Quagiui un sentiero (ora praticamente scomparso), saliva verso la bocchetta tra la Colma Piana e la cresta nord della Rossola, (la Bocchetta di Ogliana)].
La via d'uscita più rapida dalla conca di Quagiui segue un sentierino che sale dietro ai rustici in direzione della Bocchetta dell'Usciolo 1881 m. passaggio sulla cresta che permette il collegamento con Premosello senza passare dalla Colma; dalla Bocchetta, il sentierino (segnalato anche da vecchi segni di vernice rossa), scende con numerose svolte per evitare i salti rocciosi, verso l'Alpe Stavelli e poi a Colloro di Premosello.